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2014-04-16 18:26:07 Baz:
2014-04-16 18:26:08 Pippo:
2014-04-16 18:26:08 Cris5:
2014-04-16 18:26:08 Fabiovolo:Laptops articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-04-16 18:26:08 McLol:If you are the proud owner of an Apple mac, you may regularly like to poke fun at your PC owning friends. We all know that Macs offer users a far more enjoyable and safe experience when compared to computers that have windows operating systems.
2014-04-16 18:26:08 Eltos:
2014-04-16 18:26:08 Fabiovolo:Emergencies always happen and it is advantageous for homeowners to be prepared. Most businesses have emergency lights which will come on in the event of a power outage, but for the homeowner, you will need something simpler.
2014-04-16 18:26:08 Giamini:Neighborhood crime watch programs are a great way to keep you safe. Have a program will help keep criminals out of your neighborhood.
2014-04-16 18:26:08 Kayne:Weighing the advantages & disadvantages of wireless & home security products will help you pick which mode of home security products you need to make use of in your home.


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2014-04-16 16:18:04 AdinoLOC:
2014-04-16 16:18:04 Mattia:
2014-04-16 16:18:04 Paztso:
2014-04-16 16:18:04 VaderII:Socialblog scritto da geek.
2014-04-16 16:18:04 Marcello:
2014-04-16 16:18:04 VaderII:Supps and Vitamins articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-04-16 16:18:04 Fabiovolo:
2014-04-16 16:18:04 Giamini:
2014-04-16 16:18:04 VaderII:
2014-04-16 16:18:04 Cacavale:The Sans Bushmen are a string of indigenous tribal people spread across the Kalahari Desert and other parts of Africa. While they still have little contact with the rest of the world, they are hardly the envisioned noble tribe interested in the philanthropic cause of helping the rest of humanity lose weight.
2014-04-16 16:18:04 Paztso:Essential for hundreds of chemical reactions that occur in the body every second, the mineral called magnesium has received surprisingly little attention over the years. Recent findings, however, suggest that it has important health-promoting benefits especially for pain relief.
2014-04-16 16:18:04 Enzo:At this stage, there are no known side effects from Hoodia Gordonii. Unfortunately, the large scale rate of illicit trade and fake products may cloud the possibility that there are risk factors associated with using this extract.
2014-04-16 16:18:05 DeviDev:Huge amounts of people are swarming to the Internet in hopes of creating an online net working business. Many have done just that and gone on to replace their day job. How exciting is that?
2014-04-16 16:18:05 Diablo:


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2014-04-16 15:45:45 Cacavale:
2014-04-16 15:45:45 Furore:Currently No Article
2014-04-16 15:45:45 Marcello:


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2014-04-16 14:08:35 Baz:
2014-04-16 14:08:35 Enzo:
2014-04-16 14:08:35 Marcello:Socialblog scritto da geek.
2014-04-16 14:08:35 Furore:


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2014-04-16 12:55:17 AdinoLOC:@neil_perri !]]>
2014-04-16 12:55:17 DeviDev:
2014-04-16 12:55:17 Giamini: articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-04-16 12:55:17 Valerio:


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2014-04-16 11:23:40 Enzo:


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2014-04-16 10:36:24 Diablo:
2014-04-16 10:36:24 Pelella:Tips on connecting various words in scrabble include the following: making the very first word, linking the 2nd word, creating a new word from a current word, and linking two words to create another word.


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2014-04-16 07:58:05 Gennaro:
2014-04-16 07:58:05 VaderII: articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-04-16 07:58:05 VaderII:
2014-04-16 07:58:05 Marcello:Currently No Article
2014-04-16 07:58:05 Gennaro:Socialblog scritto da geek.
2014-04-16 07:58:05 Pelella:
2014-04-16 07:58:05 Antonio:Hai formulato una risposta squisitamente filosofica. Se posso permettermi -non prenderlo come un offesa per favore- particolarmente “galimberticentrica” Galimberti è un autore vasto, colbacheca sia la filosofia alla psicoanalisi, ha lavorato in psichiatria, ha portato in italia Jaspers ed è un ottimo divulgatore del difficile linguaggio di Heidegger, ha riassunto e riproposto in antropologia la teoria dell'azione di Gehlen. Se mi ci accomodo è perchè si sta larghi e lo cito perchè raccoglie più autori, certamente diversi. La teoria è ben strutturata. Ma c'è una differenza con le altre teorie e per questo ti dico che non è una risposta filosofica in senso comune (pensiero astratto duramente logico e poco colbachecato concretamente con la realtà): se prima di Heidegger la filosofia ha un carattere unificatore, inglobante, dove la teoria tende ad essere sempre più stabile e fagocita le altre avendo come risultato dopo centinaia di anni l'esclusivismo accademico e l'autoreferenzialità della logica interna, che funziona solo in base ai presupposti che ha posto essa stessa, dopo Heidegger con il ritorno all'ascolto dell'essere e con l'analitica esistenziale della relazione uomo-mondo, si ha una potente liberazione da tutte le dottrine. Certo la dottrina della liberazione dalle dottrine può generare una contraddizione subito evidente, in quanto si pone egemone essa stessa mettendo comunque in scacco le altre e inglobandole. Lascio il paradosso aperto, la risposta si può trovare negli scritti di questi autori. Per rispondere visto che trovo dei preconcetti di fondo in tutta la risposta, prendo le domande sopra e vediamo innanzitutto di portare alla luce questi preconcetti: come percepiamo il mondo? La risposta è data appunto ora dalla psicologia (dicono bene) e prima dalla filosofia (dicono ingenuamente o con cattivo metodo), ma la risposta è poco interessante.. sono interessanti i presupposti della domanda. Per fare questa domanda ci si deve porre in una logica oggettivante, si deve scindere un oggetto, posto di fronte (ob-jectum) a un soggetto interpersonale, cosi che sia valido per tutti. Cosa dice questa domanda della mia percezione attuale specifica? Quali sono i rapporti tra la mia percezione e questa modalità di porsi di fronte alla percezione? Se la percezione è percezione anche della domanda sulla percezione, come può la domanda andare oltre al limite dell'osservatore? Una volta arrivati a questo limite, si può accedere ad altri discorsi. Questo limite lo si trova in tutte le domande che riguardano l'uomo, si può impostare con tutti i casi, la memoria, l'intelligenza, le emozioni ecc. Si sbatte contro l'evidenza che nell'attuale esistenza, l'uomo deve scindere un oggetto da un soggetto, e guardarli per cosi dire dall'alto dimenticando che il vero soggetto è quello che opera la scissione, da una postazione di sostanziale unità. Una volta attuato il dualismo, poi può inserire tutto l'impianto razionale sia sull'oggetto che sul soggetto, trovando cause-effetti, intagliando più minuziosamente l'ente, descrivendolo con più cura e infine per liberarlo dall'immediatezza del presente costringe l'osservatore (ogni osservatore) a porsi nel giusto modo di guardare, cosi che appaia proprio quell'oggetto, in ogni spazio e in ogni tempo e per tutti. Questo è proprio della scienza, cioè un metodo, una vita per giungere ad un risultato, selezionato tra molti altri. I molti altri sono gli interessanti invece per l'uomo, si cerca intanto di abbattere l'egemonia dell'unica strada imposta, per poi arrivare a due risultati: la creazione di altre strade (tolleranza, creatività) e la possibilità di far venire in luce altre strade, lasciar-essere il mondo per come appare di per se stesso. Naturalmente non si discute qui se queste strade siano convenienti, morali, pratiche, proficue, si lascerà solo in un secondo momento scontrare l'ontologia con la morale con l'etica con l'economia, che selezioneranno di nuovo le vie (metodi), strutturando l'oggetto e il soggetto per i loro scopi specifici. Cosi brevemente si può chiarire il senso dell'attacco alla psicologia, o alle altre Ragioni, non per delegittimarla e farla sparire, ma per rimetterla al suo posto e non concedere di essere l'ultimo verdetto su cosa è uomo, principalmente perchè è mal posto l'intento, una volta chiarito che se ci si chiede "cosa" è uomo, si sta già operando la scissione sopra descritta. Se l'oggetto è essente, l'uomo è ec-sistente cioè emerge dalla fatticità della cosa, avendo un mondo a sua disposizione. L'oggetto è al mondo ma non ha un mondo. Se rendo oggetto l'uomo, inserendolo in una qualsiasi teoria per quanto complessa con intenti esaustivi, lo sto privando del suo essere-al-mondo che è qui, ora, e in una personale modalità. Tra queste modalità può aversi appunto quella di mettere su un foglio l'uomo e farlo oggetto, ma solo a partire da una situazione di esistenza (emersione) dalla fatticità della cosa. E' proprio quando l'uomo decade a cosa che è alienato, senza spazio e senza tempo, senza mondo, senza contatto vitale con la follia o con un'eccessiva esposizione, compaiono i disturbi psichiatrici o abnormità di comportamento. Se mi disponessi veramente dentro il sistema di causa effetto e di spiegazioni della psicologia, diventerei in breve prosciugato di vita, chiuso, presuntuoso e arroccato dentro un castello vuoto che rimbomba. E' quello che succede nella schizofrenia, dove la scissione è tra corpo e mondo e non principalmente tra parti dell'io in contraddizione. Si chiude il corpo al mondo e si interrompe la relazione col mondo, rifugiandosi nell'io e relazionandosi solamente con i propri contenuti, aspaziali e atemporali, appunto oggettivi. Con questi presupposti la psicologia e la filosofia hanno come fine ultimo la schizofrenia.... Non è difficile trovare certi risultati proprio negli studenti più presi, o nei professori più convinti.]]>
2014-04-16 07:58:05 Giamini:La modalità scientifica è solo una delle varie modalità di relazione dell’uomo con il mondo, si stanno sbattendo i pugni solamente per impedire che sia l’unica legittima a descrivere l’uomo. La psicologia quando si fonda col metodo scientifico, prende uno spicchio di possibilità e l’innalza a unico modo adeguato a dare fede della “cosa”, con una pretesa di adeguamento tra il vedere e il visto. Se si rimettesse al suo posto, cioè si inserisse nel ventaglio delle modalità di relazione col mondo, non sarebbe da dare battaglia. La psicologia ormai, nulla ha a che fare istituzionalmente con la filosofia, nè più nè meno delle altre scienze naturali. E' altrettanto vero però, che essa continua, per un solo aspetto, ad avere un rapporto più stretto con la filosofia, in quanto al suo interno si è sviluppata una sorta di epistemologia naturale, dove troviamo molte risposte di natura scientifica a quelli che sono stati da sempre i quesiti della filosofia della conoscenza. Ad esempio: come percepiamo il mondo? cos'è e da cosa è influenzato il comportamento? esiste una relazione tra il funzionamento fisico e carattere?(Ippocrate, Galeno) E così via. La psicologia non risponde direttamente a queste domande, ma all'interno del suo sviluppo scientifico in più di un secolo di storia, è riuscita a spezzettare tali quesiti in un'infinità di risposte che hanno ritrasformato i quesiti stessi, al punto che da tutte le risposte dettagliate non è più possibile ritornare all'apparente semplice domanda orginale. Beninteso, questo è un percorso analogo a tutti gli ambiti della conoscenza che si sono sviluppati e specificati nella scienza. Questo è importante sottolinearlo sempre, in quanto nessuna disciplina scentifica contemporanea ha subito un influsso del contesto storico e sociale ["dipendenza dall'esterno" Luccio R.] pari a quello che ha condizionato la nascita e l'affermarsi della psicologia. A questo riguardo ad esempio, in Italia la vera e propria psicologia accademica fu purtroppo imbrigliata a lungo da preconcetti filosofici, senza contare l'ulteriore dannaggiamento durante il periodo fascita. L'intreccio tra psicologia e filosofia, si è sciolto con la nascita della psicologia scientifica, ma esso presentava sicuramente alcuni aspetti di cui non si è fatta carico nè la tradizione sperimentale quanto quella clinica. Mi riferisco alle problematiche dell'etica e della filosofia pratica, nonostante i tentativi di Freud di affrontare questo domande. Da questo molto probabilmente l'interesse particolare di Freud da parte di altre discipline, in particolare la filosofia, che hanno commesso l'errore (e ancora lo fanno) di vestirlo da filosofo. La modalità scientifica è solo una delle varie modalità di relazione dell’uomo con il mondo, si stanno sbattendo i pugni solamente per impedire che sia l’unica legittima a descrivere l’uomo. Perchè dovrebbe essere più legittimo dire che si conosce qualcuno perchè lo si è inserito in un impianto teorico, piuttosto che lo si conosce perchè lo si odia, perchè ci si è fatto a botte, perchè ci provoca ansia, perchè si è rapiti da una bellezza o da un potere, perchè ci scaturisce un desiderio, in un luogo e in un tempo specifico. Perchè non può essere un sentimento specifico che dà conoscenza? Perchè non è oggettivabile, quindi trasmissibile, ripetibile, generalizzabile, è poco potente. [...] La psicologia quando si fonda col metodo scientifico, prende uno spicchio di possibilità e l’innalza a unico modo adeguato a dare fede della “cosa”, con una pretesa di adeguamento tra il vedere e il visto. Se si rimettesse al suo posto, cioè si inserisse nel ventaglio delle modalità di relazione col mondo, non sarebbe da dare battaglia. La risposta a queste domande si può trovare attraverso la storia della psicologia, passando da Cartesio all'empirismo inglese e tenendo in considerazione i potenti vincoli che si opponevano tra il 16esimo e il 17esimo secolo, al costruirsi di uno scienza dell'uomo. La psicologia adotta le metodologie scientifiche, quindi rientra nell'approccio scientifico alla conoscenza ed in questo senso si, esclude gli altri metodi di conoscenza, non per esigenze "mondane" ma per quelle che sono le caratteristiche importanti della scienza e che la differenziano da altri mezzi di conoscenza. In questo caso si, è un assunto cruciale che il mondo si razionale, cioè che possa essere compreso tramite il pensiero logico. Se il mondo fosse irrazionale - se non potesse essere compreso con i principi della logica - sarebbe inutile cercare di comprenderlo con qualsiasi mezzo. E sinceramente, non credo sia auspicabile alzare le mani senza tentare di comprendere il mondo che ci circonda. Se siamo interessati ad indagare su cosa sia la memoria e sul suo funzionamento, non è consigliabile usare esclusivamente metodi induttivi, per il semplice fatto della debolezza insità nei risultati, la limitata profondità, e la difficilissima se non impossibile applicabilità nella realtà. Si tratterebbe più di un'avventura del pensiero e non uno sforzo teso ad ottenere conoscenze. C'è voluto Galileo per confutare che un pendolo è un pendolo e non un sasso ostacolato nella sua caduta (Aristotele), oppure per capire che gli insetti non nascono nella spazzatura. Allo stesso modo, ricordo tutte le teorizzazioni sul tempo fatte prima di Einstein, che ora lasciano letteralmente il tempo che trovano. La premessa di adottare metodologie scientifiche per la psicologia, limita considerevolmente gli orizzonti della disciplina, ma la risposta a tutti questi questisi non affrontati deve venire dal dì fuori della scienza. Infine, divago leggermente, ma ci tengo a sottolineare che nel corso del '900 i filosofi si sono occupati di alcune questioni (emozioni, comportamento ecc.) senza preoccuparsi di ciò che pensavono le altre discipline [Martha C Nussbaum]. La psicologia può senza dubbio trarre ispirazione della speculazione dei filosofi, ma è auspicabile che questi ultimi, a loro volta, fondino le loro idee sui dati di ricerca ottenuti dalla scienza empirica.]]>
2014-04-16 07:58:05 Fabiovolo:
2014-04-16 07:58:05 Pippo:
2014-04-16 07:58:06 Marco86:
2014-04-16 07:58:06 Baz:


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2014-04-16 07:48:20 Marcello: articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-04-16 07:48:20 Marco86:La modalità scientifica è solo una delle varie modalità di relazione dell’uomo con il mondo, si stanno sbattendo i pugni solamente per impedire che sia l’unica legittima a descrivere l’uomo. La psicologia quando si fonda col metodo scientifico, prende uno spicchio di possibilità e l’innalza a unico modo adeguato a dare fede della “cosa”, con una pretesa di adeguamento tra il vedere e il visto. Se si rimettesse al suo posto, cioè si inserisse nel ventaglio delle modalità di relazione col mondo, non sarebbe da dare battaglia. La psicologia ormai, nulla ha a che fare istituzionalmente con la filosofia, nè più nè meno delle altre scienze naturali. E' altrettanto vero però, che essa continua, per un solo aspetto, ad avere un rapporto più stretto con la filosofia, in quanto al suo interno si è sviluppata una sorta di epistemologia naturale, dove troviamo molte risposte di natura scientifica a quelli che sono stati da sempre i quesiti della filosofia della conoscenza. Ad esempio: come percepiamo il mondo? cos'è e da cosa è influenzato il comportamento? esiste una relazione tra il funzionamento fisico e carattere?(Ippocrate, Galeno) E così via. La psicologia non risponde direttamente a queste domande, ma all'interno del suo sviluppo scientifico in più di un secolo di storia, è riuscita a spezzettare tali quesiti in un'infinità di risposte che hanno ritrasformato i quesiti stessi, al punto che da tutte le risposte dettagliate non è più possibile ritornare all'apparente semplice domanda orginale. Beninteso, questo è un percorso analogo a tutti gli ambiti della conoscenza che si sono sviluppati e specificati nella scienza. Questo è importante sottolinearlo sempre, in quanto nessuna disciplina scentifica contemporanea ha subito un influsso del contesto storico e sociale ["dipendenza dall'esterno" Luccio R.] pari a quello che ha condizionato la nascita e l'affermarsi della psicologia. A questo riguardo ad esempio, in Italia la vera e propria psicologia accademica fu purtroppo imbrigliata a lungo da preconcetti filosofici, senza contare l'ulteriore dannaggiamento durante il periodo fascita. L'intreccio tra psicologia e filosofia, si è sciolto con la nascita della psicologia scientifica, ma esso presentava sicuramente alcuni aspetti di cui non si è fatta carico nè la tradizione sperimentale quanto quella clinica. Mi riferisco alle problematiche dell'etica e della filosofia pratica, nonostante i tentativi di Freud di affrontare questo domande. Da questo molto probabilmente l'interesse particolare di Freud da parte di altre discipline, in particolare la filosofia, che hanno commesso l'errore (e ancora lo fanno) di vestirlo da filosofo. La modalità scientifica è solo una delle varie modalità di relazione dell’uomo con il mondo, si stanno sbattendo i pugni solamente per impedire che sia l’unica legittima a descrivere l’uomo. Perchè dovrebbe essere più legittimo dire che si conosce qualcuno perchè lo si è inserito in un impianto teorico, piuttosto che lo si conosce perchè lo si odia, perchè ci si è fatto a botte, perchè ci provoca ansia, perchè si è rapiti da una bellezza o da un potere, perchè ci scaturisce un desiderio, in un luogo e in un tempo specifico. Perchè non può essere un sentimento specifico che dà conoscenza? Perchè non è oggettivabile, quindi trasmissibile, ripetibile, generalizzabile, è poco potente. [...] La psicologia quando si fonda col metodo scientifico, prende uno spicchio di possibilità e l’innalza a unico modo adeguato a dare fede della “cosa”, con una pretesa di adeguamento tra il vedere e il visto. Se si rimettesse al suo posto, cioè si inserisse nel ventaglio delle modalità di relazione col mondo, non sarebbe da dare battaglia. La risposta a queste domande si può trovare attraverso la storia della psicologia, passando da Cartesio all'empirismo inglese e tenendo in considerazione i potenti vincoli che si opponevano tra il 16esimo e il 17esimo secolo, al costruirsi di uno scienza dell'uomo. La psicologia adotta le metodologie scientifiche, quindi rientra nell'approccio scientifico alla conoscenza ed in questo senso si, esclude gli altri metodi di conoscenza, non per esigenze "mondane" ma per quelle che sono le caratteristiche importanti della scienza e che la differenziano da altri mezzi di conoscenza. In questo caso si, è un assunto cruciale che il mondo si razionale, cioè che possa essere compreso tramite il pensiero logico. Se il mondo fosse irrazionale - se non potesse essere compreso con i principi della logica - sarebbe inutile cercare di comprenderlo con qualsiasi mezzo. E sinceramente, non credo sia auspicabile alzare le mani senza tentare di comprendere il mondo che ci circonda. Se siamo interessati ad indagare su cosa sia la memoria e sul suo funzionamento, non è consigliabile usare esclusivamente metodi induttivi, per il semplice fatto della debolezza insità nei risultati, la limitata profondità, e la difficilissima se non impossibile applicabilità nella realtà. Si tratterebbe più di un'avventura del pensiero e non uno sforzo teso ad ottenere conoscenze. C'è voluto Galileo per confutare che un pendolo è un pendolo e non un sasso ostacolato nella sua caduta (Aristotele), oppure per capire che gli insetti non nascono nella spazzatura. Allo stesso modo, ricordo tutte le teorizzazioni sul tempo fatte prima di Einstein, che ora lasciano letteralmente il tempo che trovano. La premessa di adottare metodologie scientifiche per la psicologia, limita considerevolmente gli orizzonti della disciplina, ma la risposta a tutti questi questisi non affrontati deve venire dal dì fuori della scienza. Infine, divago leggermente, ma ci tengo a sottolineare che nel corso del '900 i filosofi si sono occupati di alcune questioni (emozioni, comportamento ecc.) senza preoccuparsi di ciò che pensavono le altre discipline [Martha C Nussbaum]. La psicologia può senza dubbio trarre ispirazione della speculazione dei filosofi, ma è auspicabile che questi ultimi, a loro volta, fondino le loro idee sui dati di ricerca ottenuti dalla scienza empirica.]]>
2014-04-16 07:48:20 Fabiovolo:Hai formulato una risposta squisitamente filosofica. Se posso permettermi -non prenderlo come un offesa per favore- particolarmente “galimberticentrica” Galimberti è un autore vasto, colbacheca sia la filosofia alla psicoanalisi, ha lavorato in psichiatria, ha portato in italia Jaspers ed è un ottimo divulgatore del difficile linguaggio di Heidegger, ha riassunto e riproposto in antropologia la teoria dell'azione di Gehlen. Se mi ci accomodo è perchè si sta larghi e lo cito perchè raccoglie più autori, certamente diversi. La teoria è ben strutturata. Ma c'è una differenza con le altre teorie e per questo ti dico che non è una risposta filosofica in senso comune (pensiero astratto duramente logico e poco colbachecato concretamente con la realtà): se prima di Heidegger la filosofia ha un carattere unificatore, inglobante, dove la teoria tende ad essere sempre più stabile e fagocita le altre avendo come risultato dopo centinaia di anni l'esclusivismo accademico e l'autoreferenzialità della logica interna, che funziona solo in base ai presupposti che ha posto essa stessa, dopo Heidegger con il ritorno all'ascolto dell'essere e con l'analitica esistenziale della relazione uomo-mondo, si ha una potente liberazione da tutte le dottrine. Certo la dottrina della liberazione dalle dottrine può generare una contraddizione subito evidente, in quanto si pone egemone essa stessa mettendo comunque in scacco le altre e inglobandole. Lascio il paradosso aperto, la risposta si può trovare negli scritti di questi autori. Per rispondere visto che trovo dei preconcetti di fondo in tutta la risposta, prendo le domande sopra e vediamo innanzitutto di portare alla luce questi preconcetti: come percepiamo il mondo? La risposta è data appunto ora dalla psicologia (dicono bene) e prima dalla filosofia (dicono ingenuamente o con cattivo metodo), ma la risposta è poco interessante.. sono interessanti i presupposti della domanda. Per fare questa domanda ci si deve porre in una logica oggettivante, si deve scindere un oggetto, posto di fronte (ob-jectum) a un soggetto interpersonale, cosi che sia valido per tutti. Cosa dice questa domanda della mia percezione attuale specifica? Quali sono i rapporti tra la mia percezione e questa modalità di porsi di fronte alla percezione? Se la percezione è percezione anche della domanda sulla percezione, come può la domanda andare oltre al limite dell'osservatore? Una volta arrivati a questo limite, si può accedere ad altri discorsi. Questo limite lo si trova in tutte le domande che riguardano l'uomo, si può impostare con tutti i casi, la memoria, l'intelligenza, le emozioni ecc. Si sbatte contro l'evidenza che nell'attuale esistenza, l'uomo deve scindere un oggetto da un soggetto, e guardarli per cosi dire dall'alto dimenticando che il vero soggetto è quello che opera la scissione, da una postazione di sostanziale unità. Una volta attuato il dualismo, poi può inserire tutto l'impianto razionale sia sull'oggetto che sul soggetto, trovando cause-effetti, intagliando più minuziosamente l'ente, descrivendolo con più cura e infine per liberarlo dall'immediatezza del presente costringe l'osservatore (ogni osservatore) a porsi nel giusto modo di guardare, cosi che appaia proprio quell'oggetto, in ogni spazio e in ogni tempo e per tutti. Questo è proprio della scienza, cioè un metodo, una vita per giungere ad un risultato, selezionato tra molti altri. I molti altri sono gli interessanti invece per l'uomo, si cerca intanto di abbattere l'egemonia dell'unica strada imposta, per poi arrivare a due risultati: la creazione di altre strade (tolleranza, creatività) e la possibilità di far venire in luce altre strade, lasciar-essere il mondo per come appare di per se stesso. Naturalmente non si discute qui se queste strade siano convenienti, morali, pratiche, proficue, si lascerà solo in un secondo momento scontrare l'ontologia con la morale con l'etica con l'economia, che selezioneranno di nuovo le vie (metodi), strutturando l'oggetto e il soggetto per i loro scopi specifici. Cosi brevemente si può chiarire il senso dell'attacco alla psicologia, o alle altre Ragioni, non per delegittimarla e farla sparire, ma per rimetterla al suo posto e non concedere di essere l'ultimo verdetto su cosa è uomo, principalmente perchè è mal posto l'intento, una volta chiarito che se ci si chiede "cosa" è uomo, si sta già operando la scissione sopra descritta. Se l'oggetto è essente, l'uomo è ec-sistente cioè emerge dalla fatticità della cosa, avendo un mondo a sua disposizione. L'oggetto è al mondo ma non ha un mondo. Se rendo oggetto l'uomo, inserendolo in una qualsiasi teoria per quanto complessa con intenti esaustivi, lo sto privando del suo essere-al-mondo che è qui, ora, e in una personale modalità. Tra queste modalità può aversi appunto quella di mettere su un foglio l'uomo e farlo oggetto, ma solo a partire da una situazione di esistenza (emersione) dalla fatticità della cosa. E' proprio quando l'uomo decade a cosa che è alienato, senza spazio e senza tempo, senza mondo, senza contatto vitale con la follia o con un'eccessiva esposizione, compaiono i disturbi psichiatrici o abnormità di comportamento. Se mi disponessi veramente dentro il sistema di causa effetto e di spiegazioni della psicologia, diventerei in breve prosciugato di vita, chiuso, presuntuoso e arroccato dentro un castello vuoto che rimbomba. E' quello che succede nella schizofrenia, dove la scissione è tra corpo e mondo e non principalmente tra parti dell'io in contraddizione. Si chiude il corpo al mondo e si interrompe la relazione col mondo, rifugiandosi nell'io e relazionandosi solamente con i propri contenuti, aspaziali e atemporali, appunto oggettivi. Con questi presupposti la psicologia e la filosofia hanno come fine ultimo la schizofrenia.... Non è difficile trovare certi risultati proprio negli studenti più presi, o nei professori più convinti.]]>
2015-01-29 16:12:26 keystyle:www.cabinelettriche.it/


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